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Un onorevole sul podio

Un onorevole sul podio

di Pierfranco Moliterni

Lo aspettavano un po’ tutti a Bari, al teatro Petruzzelli, per un concerto della serie Family, lunedi 11 marzo, egli di ritorno dalle fatiche parlamentari e dai suoi impegni direttoriali. Parliamo di un musicista professionista, meglio dire: un direttore d’orchestra, il quale oggi siede nel Parlamento come deputato dei 5*****. Insomma, uno che muove le mani e la testa, concertando e provando nel consesso orchestrale, alla testa di un centinaio di ‘suonatori’ (meglio dire di proff. d’ochestra) ma che oggi siede nel consesso assembleare per antonomasia – il Parlamento della Repubblica Italiana- alle prese non con partiture e interpretazioni di Beethoven Mozart Bizet Verdi o Puccini, ma con leggi leggine regolamenti proposte commissioni dibattiti polemiche: un delirio vero e proprio che scavalca, d’amblé, il proprio ambito conoscitivo e direi anche la propria sensibilità umana e artistica.

E’ dunque questo il caso del giovane maestro Michele Nitti, nativo e residente ad Adelfia in quel di Bari, eletto come deputato in un collegio salentino laddove ha lavorato sia come docente di Conservatorio sia come direttore d’orchestra della compagine ex-ICO leccese. Diplomato in flauto al Conservatorio di Bari (col m° Franco Girardi), diplomato in direzione d’orchestra a Milano (col m°Daniele Agiman), discepolo del grande Riccardo Muti (corsi estivi a Malta) si è laureato alla Università di Bari in Lettere cum laude (tesi sulla X sinfonia di Mahler); si dà il caso che il giovane m° Nitti, supertitolato, è stato catapultato in una realtà lavorativa molto distante dalla sua, tanto che gli uffici parlamentari hanno faticato per inquadrarlo professionalmente: «ma chi è costui? Che lavoro svolge? Il direttore d’orchestra? ma quando mai sugli scranni parlamentari s’è  mai visto un simile soggetto? A sì, forse sì… recentemente… c’è stato uno come lui: era un senatore a vita ma su chiamata del presidente Napolitano, e il suo nome era quello di un ‘certo’ Claudio Abbado».

Caspiterina! si sono detti i solerti questori parlamentari: l’on. direttore d’orchestra, il pugliese Michele Nitti eletto dai suoi elettori salentini, è pertanto una vera e propria rarità, un unicum! E’ pur vero che altri musicisti (o musicastri) hanno occupato quegli ambìti scranni, ma erano tutt’al più cantanti di musica leggera (Gino Paoli), di  alcuni anni fa, ma mai e poi mai, negli annali parlamentari a far tempo dal 1946 in poi, s’era visto un direttore d’orchestra professionista occuparsi di dinamiche partitiche e /o legislative. Il caso fortunato ha voluto che l’on. pugliese, musicista ‘colto’ forte di una formazione ben articolata e pertanto conoscitore della organizzazione musicale italiota, si è rimboccato le maniche, ha preso la bacchetta direttoriale e si è messo a dirigere, questa volta, i lavori della V commissione parlamentare delle Pubblica Istruzione-Università di cui fa parte.

Suo primo scopo è stato subito quello di stendere un progetto di legge (=proposta legislativa che porta il suo nome) che si prefigge di raggiungere un traguardo ambìto, ma purtroppo sino ad oggi mai raggiunto dai vari parlamentari che si sono sin qui succeduti in settant’anni di vita repubblicana: introdurre almeno 1 ora 1, di Storia della Musica all’interno dei programmi di tutte le scuole superiori. Perché mai, si è chiesto Nitti (insieme a tanti di noi…), l’ordinamento scolastico italiano prevede la presenza della Storia dell’Arte in alcuni istituti superiori, ma NON quella della storia della musica? Al pari dei Giotto Raffaello, Michelangelo o Guttuso, siamo o  non siamo il Paese della grande musica, quella appunto dei Verdi Bellini Donizetti Rossini Puccini Berio etc. etc.? Perhé mai centinaia di migliaia, se non proprio milioni di appassionati di tutto il mondo, amano la musica italiana che parla quella lingua e si nutre di quella musica, mentre invece, qui da noi, i giovani in età scolare ignorano del tutto cosa sia un’aria di Donizetti come Una furtiva lagrima? Il pubblico di adulti, mamme papà e zie, che affollava il Petruzzelli accompagnando i loro bimbi per ascoltare un po’ di musica in occasione del sin troppo ‘famigliare’ concerto, forse se lo è chiesto all’uscita della promenade musicale: come si fa a formare il pubblico italiano del domani con pazienza e abnegazione e con seria programmazione e coordinamento tra scuole e istituzioni musicali statali?

La difficile via intrapresa dall’on.le direttore porta a quella mȇta: incominciamo insomma a far capire ai giovani italiani in età scolare chi è stato Georges Bizet o Max Bruch; quest’ultimo per altro suonato a Bari, benissimo, da un coreano (dico coreano!) appena diciannovenne come Ziyun He. Di essi si ignora tutto, figuriamoci poi le suites dall’Arlesiana o la travolgente Fantasia scozzese op. 46. Qui il direttore m° Nitti (svestiti per 2 ore di grande musica gli abiti parlamentari) ha mostrato tutta la sua padronanza direttoriale, la finezza del fraseggio, l’abilità nell’accompagnare il giovanissimo coreano e quindi la sensiblérie francese: un direttore che sta sul podio e sa perché sta lì, con la grande musica e con belle idee in testa.

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