I valori della Musicoterapia
Mercoledì 6 dicembre (ore 14 -20) e giovedì 7 dicembre (ore 8 – 20) presso l’Auditorium “Nino Rota” di Bari (via Cifarelli, 26), si è svolto il Convegno “Musica e musicoterapia nelle cure palliative pediatriche non farmacologiche”.
Il progetto è stato curato dalla prof.ssa M.A. Lamanna nell’ambito del Dipartimento di Didattica della Musica del Conservatorio “Niccolò Piccinni” di Bari; in collaborazione con ADC-URAM, cooperativa impegnata nel promuovere le cure palliative pediatriche di tutti i bambini con patologia cronica complessa che ha nella inguaribilità la sua caratteristica principale. Tra le cure non farmacologiche, complementari alle terapie mediche, la musicoterapia risulta tra le più efficaci: la musica e gli elementi del linguaggio sonoro vengono utilizzati per alleviare i sintomi, favorire l’allentamento dello stato di tensione e sostenere l’espressione e la condivisione di complesse e difficili emozioni connesse alla malattia e all’ospedalizzazione, al fine di migliorare la qualità di vita dei pazienti.
Sono stati invitati al convegno: ANTONIO DELUCA (Presidente di Ad Curam, Humanitas University di Milano); PAOLA MOLITERNI (Medico Anestesista Rianimatore Osp. Pediatrico Giovanni XXIII Bari); GRAZIA BONASIA (Direttore d’orchestra) DON ANTONIO ESPOSITO (Cappellano IRCCS “Saverio De Bellis” Castellana Grotte); GIORGIA D’ALONZO (Psicologa psicoterapeuta, psiconcologa); MICHELE CORRIERO (Università di Bari, già Giudice Onorario Tribunale dei Minorenni di Bari).
Nell’arco dei due giorni si sono svolti anche tre Seminari-Laboratorio condotti rispettivamente dai Maestri ROCCO PECONIO (pianista, musicoterapeuta); ANDREA GARGIULO (didatta, pianista, direttore, compositore); SARA LEO (pianista, docente esperta di ritmica Dalcroze, formatrice).
Il convegno ha inteso offrire ai partecipanti informazioni e strumenti operativi utili a considerare la Musicoterapia come strumento di supporto, a livello corporeo, cognitivo, emotivo ed affettivo, alle discipline educativo-terapeutiche e canale privilegiato nella relazione non verbale e nell’interazione con le fragilità dei piccoli pazienti.
(pf. moliterni)