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L’ATTIVISMO DEL ‘CONSERVATORIO PICCINNI’ DI BARI

L’ATTIVISMO DEL ‘CONSERVATORIO PICCINNI’ DI BARI

(di Pierfranco Moliterni)

“…Tanto tuonò  (e tanto suonò) …che piovve!” Un piccolo e innocente gioco di parole è quello che qui usiamo per descrivere in breve l’attività del massimo conservatorio di musica statale pugliese: il ‘Niccolò Piccinni’ di Bari. Esso vanta un numero di iscritti che si aggira oggi sulle 2 mila unità (!), un record nazionale quasi assoluto che testimonia la passione dei ragazzi e delle famiglie baresi e/o dell’entroterra della sua provincia per la Musica Colta (la musica d’arte). Una passione che è cresciuta negli anni e che ora si concretizza persino ‘visivamente’: basta infatti scorgere a ridosso della via Brigata Bari 27- un imponente edificio qual è l’Auditorium ad esso annesso e connesso nel nome del suo mitico direttore di tanti anni fa (anni ’60-’70), i “nostri anni”, i ‘migliori anni della nostra vita’: Nino Rota il musicista del film di Fellini. Il quale, per la verità storica, è stato o fu quasi ignorato dalla città che lo aveva ’ospitato’ dal 1948 in poi: Bari. Ma questo è tutt’altro discorso su cui varrà la pena, un giorno, soffermarsi. Dunque il Conservatorio barese sembra nato a nuova vita, non solo didatticamente ma anche nelle proposte di spettacoli musicali rari, di pregevole ispirazione, che appunto si radicano nelle menti, nelle mani, negli strumenti o nelle voci dei suoi docenti e dei suoi alunni musicisti in divenire, i quali cercano una visibilità proprio in talune proposte innovative. Ne vogliamo citare solo quattro tra le tante. A cominciare da una moderna, legata alle commemorazioni di Aldo Moro tramite l’opera da camera dal titolo La verità nascosta composta da m° Biagio Putignano su testi di Moro (Lettere della prigionìa) che sarà eseguita il 19 ottobre nella chiesa di S.Teresa dei Maschi nella città vecchia. Una modernità pungente e direi anche commovente che si sposa con la ricerca di rarità assolute come quelle proposte dal m° Diego Cantalupi e suoi allievi di liuto con le Sonate a tre del leccese Pietro Migali (1647-1715); oppure con la esecuzione in età moderna di un oratorio di Antonio Caldara (1670-1736), inedito e ora pubblicato in edizione critica a cura della prof. Annamaria Bonsante, dal titolo Santa Ferma (protettrice dei naviganti di Civitavecchia….): dopo secoli di oblìo il Conservatorio Piccinni riporta alla luce questa composizione del “teatro della Fede” grazie all’abbondanza di significati edificanti, di simbologie musicali, di perle belcantistiche dedicate alla storia della santa martire, “avvocata dei naviganti”. Una edizione/esecuzione guidata, come al solito sempre ottimamente, dal m° Vito Paternoster e già eseguita nella basilica nicolaiana. Infine con la farsa giocosa in un atto, La cambiale di matrimonio di Rossini andata in scena proprio nell’auditorium con la direzione del m° Giovanni Pelliccia, la gustosa regìa di Mimmo Colaianni e il coordinamento del m° Giacomo Colafelice in collaborazione con gli studenti di scenografìa della Accademia di Belle Arti. Una bella impresa, non c’è che dire, poi replicata a Taranto per il festival di Paisiello-2018. Se volessimo infine segnalare solo alcuni di questi artisti in divenire, non possiamo esimerci dal notare il giovane soprano Donatella De Luca e con lei la più che esperta e sempre entusiasta docente al fortepiano, Emanuela Aymone.

 

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