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IL GATTOPARDO, UN FILM SUPER-SONORO.

IL GATTOPARDO, UN FILM SUPER-SONORO.

(di pierfranco moliterni)

 

Ci avviciniamo ad un piccolo ‘evento’, come si usa dire con termine che spesso nasconde una vera e propria malattia: la ricerca spasmodica detta altrimenti “eventite acuta”. Ebbene, questo dicasi evento musicale di cui qui scriviamo per <<Polis Notizie>>, è solo apparentemente  una semplice proposta sinfonica che viene dal cartellone della Fondazione Petruzzelli: venerdi 21 settembre, alle ore 20,30 andrà in scena, è proprio il caso di dirlo e verrà eseguita con l’orchestra del teatro diretta da Giuseppe Grazioli, una sinfonia composta nel lontano 1947 da Nino Rota, indimenticato musicista ‘felliniano’ ma anche direttore del Conservatorio Piccinni di Bari per oltre trent’anni di fila, autore tra l’altro della colonna sonora di un celebre film del 1963 di Luchino Visconti, Il Gattopardo.

Cosa c’è allora di strano, di inusuale, si dirà, in una esecuzione sinfonica come ce ne sono tante,  tantissime altre in giro per il mondo della musica d’arte (musica colta)? E’ una sinfonia, punto e basta si dirà… Da qui scaturisce l’evento in programma al Petruzzelli che noi ci pregiamo di illustrare al di là della ‘malattìa’ di cui sopra: quella sinfonia rotiana, scritta nel 1947 e che ha il titolo di SINFONIA SOPRA UNA CANZONE D’AMORE, è al 90% la colonna sonora del film IL GATTOPARDO, indimenticabile, che ha come protagonisti Burt Lancaster, Claudia Cardinale, Alain Delon, Paolo Stoppa, Lucilla Morlacchi e Rina Morelli. Siamo sicuri che persino pochi appassionati cinefili l’hanno mai saputo, ma si dà il caso che noi stessi ne siamo a conoscenza (pur essendo nati solo un anno dopo la sua composizione) solamente perché siamo stati allievi musicisti di Rota a Bari, il quale ci mise a parte di quel ‘segreto’: aver travasato una sua sinfonia assolutamente negletta, quasi mai eseguita, nel corpo del sound-track di quel memorabile film.

In effetti lo stesso Luchino Visconti, il quale aveva buone orecchie e una buona educazione musicale, probabilmente sapeva di quel ‘prestito’ anzi di quell’autoprestito che era pratica consueta di Nino Rota: auto citarsi, spesso travasando colonne sonore di film già girati in altre nuove pellicole in fase di montaggio, spesso senza mai dir nulla al regista di turno quanto mai distratto, ignaro e non-musicale. E’ questa una prova evidente non solo della maestrìa compositiva del Maestro milanese ‘naturalizzato barese’ ma anche di una certa qual strisciante ‘disistima’ che egli aveva, secondo noi, nei confronti della Settima Arte (il cinema) se messa a confronto con l’opera in musica e/o col  sinfonismo o con la musica da camera in cui egli si cimentò, sempre, ma mai raccogliendo fama ed onori tanto quanto ne aveva raccolti come autore, appunto, di colonne sonore filmiche. Si vada ad ascoltare dunque questa bella Sinfonia ‘amorosa’, magari ad occhi chiusi, affinchè ci scorrano davanti i volti e le immagini di quel capolavoro

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