Teatro e dintorni , il nuovo libro di Francesco Di Bello
di Iurlaro Maria Pia
E’ in vendita in tutte le librerie digitali (tra le più importanti Amazon, Rizzoli, Hoepli, e negli store di Google e Apple…) e direttamente sul sito dedicato: https://mybook.is/it/francesco-di-bello/teatro-e-dintorni-opere-teatrali, il nuovo libro di Francesco Di Bello “Teatro e dintorni – Opere teatrali” che sarà presto disponibile anche in forma cartacea.
Per chi scrive costantemente nel corso della vita, arriva sempre il momento di pubblicare qualcosa. In questa prima recentissima pubblicazione, l’autore Francesco Di Bello, ha inserito tre lavori teatrali distanti tra loro per metodo e composizione. Nel libro sono presenti “una commedia comica di stampo sud-popolare e due tragedie. La disorganicità dell’ opera, che potrebbe rivelarsi al primo acchito – si legge nell’introduzione del libro – è dovuta al fatto che il presente tomo vuole essere una specie di antologia trasversale di alcuni lavori teatrali scritti nel corso degli anni dallo stesso autore. Dalla leggerezza critica della commedia “Così è se vi piace, ma anche se non vi piace”, si passa alla tragedia storica in tre atti, “Catilina” che ripercorre gli eventi degli ultimi giorni del tribuno romano, prima della sua morte sul campo di battaglia. Questa è una tragedia che risente fortemente della tradizione classica greca, infatti l’aggiunta del Coro delle vestali, che appaiono sulla scena nei momenti cruciali per narrare eventi e stati d’animo, è decisamente di stampo euripideo. Il terzo lavoro, invece, “L’ultimo atto di Giordano Bruno”, breve tragedia in atto unico, che descrive in termini tragico-parossistici le ultime ore dell’eretico nolano, trae la sua linfa rappresentativa da una forma di teatro sperimentale e moderno del quale è stato massima espressione artistica Carmelo Bene.” Il teatro visto come capacità di astrazione da se stessi nel momento catartico, “l’attore che si libera di ogni orpello scolastico, pre-scolastico, colui che fa a pezzi ogni credo e ogni imposizione, è il Dioniso delle Baccanti di Euripide che impone alla popolazione di Tebe, con ogni sortilegio, con ogni mezzo, di credere in ciò che lui vuole in quel momento.” Nel contempo, in questo “delirio dell’astrazione” che diventa il momento teatrale, il pubblico deve essere catturato in modo intimo, deve essere coinvolto emotivamente nell’evento narrato. “Dal riso al pianto è un istante che può sembrare un secolo – si legge ancora nell’introduzione dell’opera – da una carezza ad una pugnalata passa giusto il barlume di un faro che si spegne, la finzione ci insegna la realtà, ci istruisce sugli stati d’animo che non sapevamo di poter provare, sui brividi che la paura può causare. La catarsi dionisiaca del vino che stordisce, confonde, ci preclude una via di fuga da noi stessi. Siamo emotivamente nudi al nostro stesso cospetto, provando emozioni che non sapevamo di avere, cresce la nostra esperienza nell’apprendimento dei sentimenti, il tutto ci completa, ci ammalia, ci droga. Seppur immersi in una “finzione”, impattiamo emotivamente contro la nostra disgregazione interiore, emotiva, ci rincorriamo sfuggendoci, non ci riconosciamo più, siamo in un “altrove” di noi stessi, siamo nel Teatro.” Nel complesso questo volume è sostanzialmente un sunto delle diverse possibilità che il teatro può offrire, nel suo elargirsi al pubblico, nel non essere mai uguale a se stesso e sopratutto nel suo essere “intimo” in senso soggettivo.
Blog dell’autore : http://antrodellascrittura.altervista.org
Francesco Di Bello – Redattore freelance, scrittore , ricercatore, artista.
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