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ATTIVAZIONE DELLA PROPRIA SFERA ENERGETICA VITALE

ATTIVAZIONE DELLA PROPRIA SFERA ENERGETICA VITALE

a cura del dott. Enrico Cembran

Gli esseri viventi sono la manifestazione di energie dense e sottili che interagendo all’interno dell’organismo ed al di fuori di esso, collaborano ad assicurare il giusto rapporto di energia vibrazionale, necessaria per sostenerne il mantenimento e la sua eventuale crescita coerente.

Alla fin fine, gli esseri viventi sono l’espressione di catene di aminoacidi del tutto uguali per ognuno ed addirittura fra le varie specie. Ciò che determina la differenziazione fra gli esseri viventi e le specie in cui si dividono, sono le proteine che attraverso l’assemblaggio di questi aminoacidi vengono a costituirsi. Dunque potremmo dire che dall’energia dei legami biochimici con cui si strutturano le proteine, avremo la manifestazione degli esseri viventi nel loro stato vitale.

Nei precedenti articoli abbiamo visto come le strutture immateriali deputate alla captazione, trasformazione e redistribuzione di queste energie, sono denominabili Chakra.

Abbiamo visto che praticamente ogni punto del corpo dell’essere vivente utilizzabile in agopuntura è considerabile un Chakra.

Abbiamo anche visto che ci sono alcuni Chakra considerabili Principali o Canonici, alcuni del tutto Non Canonici, altri considerabili della Nuova Era ed altri ancora della Massima Evoluzione Spirituale.

Abbiamo ancora visto che manifestano la loro energia attraverso movimenti rotatori e che quindi, tanto le variazioni della velocità, quanto i cambiamenti del senso di questa rotazione, possono determinare modifiche tangibili dello stato di salute dell’intero organismo.

Abbiamo peraltro visto che da un Chakra all’altro, l’Energia Vitale, detta Prana, fluisce all’interno di ulteriori strutture immateriali, dette Nadi.

Abbiamo infine visto che l’emanazione dell’attività dei vari Chakra all’esterno dell’organismo, tende a manifestarsi attraverso un Campo Energetico composto da tantissimi strati, uno per ogni Chakra, detto Campo Aurico, che serve a contenere, manifestare e proteggere la sfera energetica dell’individuo.

Una volta accettata questa apparentemente banale verità, si pone il quesito di come questo livello energetico possa, meglio diremmo, debba, essere mantenuto, ovvero accresciuto, onde esprimere uno stato di salute coerente con le proprie aspettative esistenziali.

Il vero salto culturale sta nel cominciare a ragionare in termini di livelli energetici, ossia, smettere di abbandonarsi alle percezioni di tipo strettamente sensoriale -tatto, gusto, olfatto, vista-, ma anche al solo raziocinio, lasciando esprimere il proprio libero sentire non strettamente sensoriale-materiale.

Vediamo ora qualche esempio di intossicazione del nostro campo energetico.

André Simoneton, ingegnere elettronico francese, dimostrò agli inizi dello scorso secolo che le radiazioni emesse da un individuo sano si aggirano tra i 6250 e 7000 Angstroms, mentre sono più basse nell’organismo malato.

Le vibrazioni superiori ai 6500 A sono rilevabili nel campo dell’infrarosso, motivo per cui, si può rilevare la propria aura con sistemi ottici appropriati, fra cui gli spettrofotometri.

Perché l’organismo si mantenga sano, dovendo esprimere tale lunghezza d’onda di energia vibrazionale, deve continuamente adattarsi all’influenza della forza espressa da qualsiasi sistema col quale interagisca, sia esso un alimento, un pensiero, un’emozione, un altro essere vivente, l’ambiente, soprattutto affettivo in cui vive, il cosmo, una terapia o medicamento, un ragionamento e una percezione.

Un ruolo assai importante, per il mantenimento della buona salute, viene pertanto rivestito da una sana armonia energetica di tutte le componenti elencate, primi fra tutti gli alimenti, posto che nella vita di un essere umano si consumano dalle 40 alle 80 tonnellate di cibo.

Se ragioniamo in termini di energie “dense” o convenzionali, in ambito alimentare, parleremo di calorie, sapori, odori, percezione visiva… Se parliamo in termini di energie vitali, valuteremo l’impatto di ciò di cui ci nutriamo sul nostro organismo, secondo la capacità che ha di fare crescere o eventualmente decrescere la nostra sfera energetica non strettamente materiale.

Per essere ancora più specifici, valuteremo il nostro stato di salute, subito dopo aver assunto la/le sostanze che vogliamo assimilare.

Entriamo quindi nel campo del crudismo e dell’acidosi/alcalosi metabolica. In linea di principio, ogni cibo crudo, se correttamente conservato, non contaminato da additivi chimici, da microorganismi patologici, ovvero “raffinato”, è molto meglio tollerabile dall’organismo ospite, in quanto veicola nella sua stessa struttura le sostanze che ne facilitano la digestione nei tempi e modi fisiologici, i cosiddetti Enzimi. Tali sostanze vanno irrimediabilmente perse con la cottura e naturalmente, tanto più essa sarà aggressiva, tanto più ne andranno perse.

Nessuno di noi ragiona sul fatto che introdurre un alimento nel nostro organismo, pur rappresentando una esigenza imprescindibile di vita, equivale ad una invasione da parte di un sistema energetico estraneo, che andrà affrontato, riconosciuto, disassemblato, trasportato al nostro interno, utilizzato, talvolta incorporato mediante trasformazione e ricomposizione, eliminandone le inevitabili scorie.

Tutto ciò può senz’altro essere equiparato ad una battaglia, in cui un sistema energetico combatte per demolirne un altro, acquisirne gli elementi utili ed eliminarne quelli inutili o addirittura dannosi, il tutto senza essere a sua volta “sconfitto”. Ecco quindi la rilevanza del concetto di consapevolezza alimentare.
Nel crudo tutti i nutrienti rimangono intatti. Il crudo abbassa la pressione e fa perdere il sovrappeso. La dieta crudista inverte il corso delle malattie, energizza il corpo, ritarda l’invecchiamento. Frutta e verdure vengono utilizzate e assimilate 2-3 volte più efficacemente e velocemente nello stato crudo rispetto a quello cotto.

Otto H.Warburg, medico e fisiologo tedesco Premio Nobel per la medicina, scrisse anche “La prima causa e la prevenzione del cancro”, nel quale, produsse diverse prove che dimostravano come causa primaria del cancro e dell’infiammazione tissutale la carenza di ossigeno a livello cellulare. Secondo i suoi studi, il cancro e l’infiammazione tissutale quale possibile precursore del cancro stesso, sono il risultato di una proprietà antifisiologica delle cellule tumorali e di uno stile di vita ugualmente anti-fisiologico.

Dal punto di vista nutrizionale tale situazione si presenta in caso di dieta basata prevalentemente su cibi acidificanti.

Dal punto di vista motorio, da una vita di tipo sedentario.

Da un punto di vista psichico ed animico da una eccessiva esposizione allo stress. Tutti questi patogeni creano nell’organismo un ambiente acido.

In sintesi, Warburg dimostrò che il tessuto sano per trasformarsi e sopravvivere in quanto tessuto tumorale necessita di: Ph Acido, riduzione di Ossigeno, Glucosio, con ciò dimostrando che il cancro non è altro che un meccanismo di difesa di alcune cellule per sopravvivere in un ambiente acido e privo di ossigeno.

Il potere acidificante o alcalinizzante viene misurato con una scala chiamata PH, i cui valori vanno da 0 a 14, al valore 7 corrisponde un pH neutro. Il ph ideale dell’organismo umano si situa fra 7.4 e 7.45 (lieve alcalosi).

Il sangue si autoregola costantemente per non cadere in acidosi metabolica, garantire il buon funzionamento dell’organismo, attraverso il suo corretto bilancio energetico e ottimizzare il metabolismo cellulare, costi quello che costi. Tali dispendiosi meccanismi si tradurranno nel sacrificio di strutture contenenti sostanze alcaline (ossa e denti: osteoporosi e carie) e soprattutto in una continua, anche se inconsapevole dispersione energetica.

(Segue)

 

 

 

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