Caricamento in corso

Una analisi composita del BES

Una analisi composita del BES

a cura del dott. Angelo Leogrande

L’Istat ha sviluppato un indice noto come BES ovvero benessere equo sostenibile. Il benessere equo sostenibile è stato introdotto per contrastare l’egemonia del PIL ovvero del prodotto interno lordo considerato come una misura priva della capacità di rappresentare la complessità e la varietà delle componenti della vita umana nella sua dimensione economica, ma anche psicologica, sociale e relazionale.

L’approdo al BES in realtà non riguarda soltanto l’ISTAT ma in generale è rappresentativo di un movimento in grado di modificare le metodologie di rilevazione statistica che sono realizzate nell’interno delle varie contabilità nazionale. Tuttavia il tentativo di cogliere gli aspetti anche emozionali riguarda anche i privati, come per esempio nel caso dell’azienda Gallup, intenta a verificare quelle che sono le condizioni di salute anche psicologica della persona.

L’obbiettivo ultimo di questi sistemi di rilevazione nuovi sembra essere quello di individuare gli elementi in grado di fare scaturire la felicità. Il tracciamento della felicità è l’elemento essenziale, sembra essere una sorta di riferimento ad un diritto nuovo dell’essere umano e della comunità, ovvero il diritto all’essere felice. Il diritto alla felicità e quindi lo sforzo degli enti della contabilità nazionale alla verifica della presenza delle condizioni tali da potere definire l’andamento della felicità, non è tanto un elemento nuovo nell’interno della cultura occidentale, ed anzi esso sembra essere strettamente connesso alla creazione della scienza economica, in quel complesso fenomeno culturale che fu l’illuminismo, soprattutto lombardo, ripreso anche da Smith, poi trasmigrato negli Stati Uniti per essere cristallizzato nella carta fondamentale del paese a stelle e strisce. In effetti già nel settecento gli illuministi cercare di individuare degli elementi essenziali in grado di fare generare la felicità anche se essi definivano la felicità soprattutto come un fenomeno pubblico, con il riferimento appunto alla felicità pubblica. La felicità pubblica diveniva, nell’opera degli illuministi lombardi, un modello di governo dell’economia, in grado di sostenere la crescita economica, lo sviluppo delle città. In effetti esiste una connessione molto significativa tra il valore della felicità pubblica e il ben vivere teorizzato nell’interno dell’economia civile.

Tuttavia il modello di rilevazione dell’Istat non valuta in modo particolare la felicità quanto più che altro la soddisfazione di vita. La soddisfazione per la vita è quindi una approssimazione della felicità. Tuttavia è assai probabile che nel futuro, grazie anche all’interconnessione, alla collaborazione tra uffici di statistica pubblica e i social network, mediante l’analisi semantica dei posts, dei likes, e anche delle espressioni facciali rilevate dagli smartphones, siano in grado di basare l’analisi microfondata degli stati emotivi in modo tale da mettere in risalto da un lato gli elementi della vita individuale e dall’altro lato gli elementi della vita collettiva e cogliere gli elementi di connessione tra le due.

I dati utilizzati. I dati utilizzati fanno riferimento al periodo compreso tra il 2009 e il 2015 nelle regioni italiane, nelle macro-regioni ed anche con riferimento alle provincie autonome di Trento e Bolzano. Le variabili utilizzate sono in realtà delle variabili, sintetiche, costruite a partire dal database dell’ISTAT ovvero sono variabili composite le quali mettono insieme gli indicatori per macro-temi. I dati sono stati organizzati nella forma del panel.

Il modello stimato. Il modello stimato tende a mettere insieme degli elementi i quali vengono utilizzati per individuare quelle che sono le determinanti del benessere soggettivo. Il modello analizzato viene riportato di seguito:

I dati che sono stati analizzati mettono in risalto l’esistenza di relazioni a vario grado di significatività statistica che sono indicate di seguito:

  • Esiste una associazione negativa tra benessere soggettivo e istruzione con un grado di significatività statistica alto;
  • Esiste una relazione positiva tra il benessere soggettivo e l’occupazione con un grado di significatività statistica elevato;
  • Esiste una associazione positiva tra il benessere soggettivo e la qualità del lavoro con un grado di significatività statistica elevato;
  • Esiste una associazione positiva tra il benessere soggettivo e le relazioni sociali con un valore intermedio di significatività statistica;
  • Esiste una relazione positiva tra benessere soggettivo e politica e istituzioni con un valore della significatività statstica elevata;
  • Esiste una relazione negativa tra la sicurezza approssimata come numero di omicidi e l’andamento del benessere soggettivo;
  • Esiste una relazione positiva tra il benessere soggettivo ed i reati predatori con una significatività statistica bassa;
  • Esiste una relazione positiva tra il benessere soggettivo e la bellezza e salubrità del paesaggio con un grado di significatività statistica ridotto.

Vediamo in modo particolare di analizzare le singole relazioni.

Benessere soggettivo e Istruzione. La relazione negativa tra benessere soggettivo e istruzione sembra confermare una antica saggezza che vuole le persone dotte essere inclini ad una certa tristezza, ad una certa depressione, ad una certa insoddisfazione per la vita. Tuttavia a parte il riferimento ai luoghi comuni è necessario prendere in considerazione anche degli elementi di carattere qualitativo. In effetti è assai probabile che la relazione negativa tra benessere soggettivo e istruzione sia dovuta anche ad una incapacità dell’istruzione di essere un vantaggio competitivo di carattere esistenziale nella vita delle persone. In effetti le persone che studiano oggi non riescono attraverso lo studio ad acquisire delle competenze che possano essere utilizzate per procedere ad intraprendere dei percorsi di carriera interessanti, tali cioè da fare aumentare il prestigio sociale, e quindi il benessere soggettivo. Le persone che studiano vengono considerate anzi come delle persone che operano lontano dalla realtà e che sono un costo sociale. Pertanto la negativa tra benessere soggettivo e istruzione può riflettere sia una condizione di inadeguatezza degli strumenti di educazione per la formazione delle persone. Pertanto la relazione negativa diviene uno strumento anche per esprimere un giudizio negativo nei confronti dei soggetti a vario titolo preposti all’istruzione. Del resto il fatto che il benessere soggettivo sia associato in modo negativo nei confronti dell’istruzione ha un ruolo anche di carattere regressivo, ovvero tende, nel medio lungo periodo, a ridurre il numero delle persone e delle risorse economiche rivolte nei confronti dell’educazione.

Benessere soggettivo e lavoro. Il benessere soggettivo viene considerato in connessione positiva con il lavoro. La relazione positiva tra benessere soggettivo e lavoro i n realtà risulta essere valida sia con riferimento all’occupazione, sia con riferimento alla qualità del lavoro. Pertanto la possibilità da parte degli individui di incrementare il proprio benessere soggettivo dipende anche dal lavoro, ovvero dall’occupazione e dall’occupabilità, sia anche dalla qualità del lavoro, ovvero tende a crescere con la crescita della qualità del lavoro. Il lavoro deve essere considerato non soltanto come un elemento per incrementare il reddito e quindi la condizione oggettiva di benessere individuale misurato in senso economico, ma anche come una occasione di socializzazione e di inserimento della persona nell’interno del tessuto sociale e comunitario. L’analisi mostra l’esistenza di una relazione quasi 1 a 1 tra occupazione e benessere soggettivo. Quindi in ordine avere un lavoro incrementa il benessere soggettivo di 0,9 punti laddove invece incrementare la qualità del lavoro incrementa il benessere soggettivo di un ammontare pari a 0,7. In modo l’impatto complessivo di crescita dell’occupazione e crescita della qualità dell’occupazione genera un aumento del benessere soggettivo pari a 1,6 punti. Pertanto occorre prestare molta attenzione, se si vogliono curare le malattie dell’ansia, della depressione, alla questione del lavoro, anche perché il lavoro, ed in modo particolare la qualità del lavoro costituiscono anche un metodo per trovare un senso nella vita, e la ricerca del senso della vita può incrementare in modo determinare la condizione del benessere soggettivo.

Pertanto occorre anche prestare attenzione a quelle che sono le relazioni tra lavoro e tecnologia e a quella che è la capacità della tecnologia di ridurre l’occupazione attraverso l’introduzione di strumenti come l’intelligenza artificiale. L’impatto dell’informatica nel cambiamento delle condizioni di lavoro, attraverso un potenziamento del settore dei servizi, che può essere associato anche ad una dimensione di crescita del precariato, può avvenire nella riduzione sia dell’occupazione sia dell’occupabilità con effetti negativi nei confronti del benessere soggettivo.

Benessere soggettivo e relazioni sociali e politiche. La relazione è positiva e dimostra quanto in realtà il benessere soggettivo sia una dimensione della vita sociale, ovvero dipende dalla capacità delle persone di vivere una dimensione di comunità, sia nella dimensione della società, ma anche nella dimensione dell’impegno politico istituzionale. La relazione tra benessere soggettivo e relazioni sociali e politiche tende in realtà ad esprimere un giudizio positivo sulle comunità che sono in grado di essere inclusive, ovvero che sono in grado di accogliere i propri membri e di metterli in relazione nella costruzione del bene comune. Lo svolgimento di attività di carattere politico oppure anche lo svolgimento di attività di carattere sociale incrementa il benessere soggettivo, anche se occorre sottolineare, che alla luce dei dati presenti il benessere soggettivo sembra essere collegato più all’attività politico-istituzionale che all’attività sociale. Anche se l’attività sociale ha un indubbio impatto sul benessere soggettivo. L’indicatore è quindi assai significativo soprattutto per il policy maker e il community builder i quali possono essere attenti nel disegnare dei processi di partecipazione delle persone alla democrazia definita anche a livello locale in base al principio di prossimità.

Benessere soggettivo e sicurezza. La relazione tra benessere soggettivo e sicurezza risulta essere abbastanza difficile da analizzate in quanto è controversa. Infatti da un lato il benessere soggettivo è associato in modo negativo con il numero degli omicidi, dall’altro lato il benessere soggettivo è associato in modo positivo alla crescita dei reati predatori. La motivazione potrebbe essere legata al fatto che la presenza di omicidi in realtà avviene nell’interno di aree che possono essere considerate come depresse sotto il punto di vista economico-sociale  e pertanto associate ad un tasso di benessere soggettivo ridotto, laddove invece la presenza di reati predatori, come per esempio i furti e le rapine, può avvenire anche in connessione con livelli di vita elevati. Tuttavia l’impatto della sicurezza sul benessere soggettivo sembra essere controverso anche se è certo che la violenza, approssimata dal numero degli omicidi, possa essere considerata di fatto come una dimensione associata in modo negativo nei confronti del benessere soggettivo.

Benessere soggettivo e paesaggio. La relazione tra benessere soggettivo e paesaggio risulta essere positiva. In modo particolare la relazione tra benessere soggettivo e paesaggio indica quanto sia rilevante per la popolazione vivere nell’interno di un ambiente che sia pulito non inquinato e che sia caratterizzato dalla presenza di elementi di tutela in grado di rendere il paesaggio un bene fruibile per la popolazione. In modo particolare, l’indice afferente il paesaggio prende in considerazione anche gli elementi di carattere paesaggistico e quindi considera in modo particolare: la spesa dei comuni per la gestione del patrimonio culturale, la densità e la rilevanza del patrimonio museale, l’abusivismo edilizio, l’erosione dello spazio rurale da dispersione urbana, l’erosione dello spazio urbano da abbandono, la pressione delle attività estrattive, l’impatto degli incendi boschivi, la diffusione delle aziende agrituristiche, la densità del verde storico, l’insoddisfazione per il paesaggio del luogo di vita, la preoccupazione per il deterioramento del paesaggio. Pertanto come è possibile verificare si tratta di un indice composito che purtuttavia segnala l’interesse della popolazione nei confronti della questione dell’ambiente, della salute ambientale e della difesa del paesaggio, come determinante per valutare il benessere soggettivo.

Conclusioni. In conclusione possiamo notare che il benessere soggettivo è associato in modo positivo con l’occupazione, la qualità del lavoro, le relazioni sociali, le relazioni politiche ed istituzionali, i reati predatori ed il valore del paesaggio. La relazione positiva è mancante tra benessere soggettivo e condizione del paesaggio. I dati possono essere utilizzati per realizzare delle raccomandazioni di policies per gli enti pubblici, ovvero rivolti nei confronti dei policy makers. Innanzitutto occorre modificare la relazione negativa presente tra il benessere soggettivo e l’istruzione. La modificazione della relazione deve avvenire attraverso la valorizzazione dei titoli di studio ed in modo particolare attraverso il cambiamento del sistema formativo, educativo, scolastico, universitario e della formazione post-laurea che sia rivolto nei confronti della generazione di informazioni, di conoscenze che siano spendibili davvero nell’interno del mercato del lavoro. Inoltre è assai necessario modificare, attraverso della operazioni di tipo pubblico, quella che è la rispettabilità delle persone che hanno studiato rispetto alle persone prive di titolo di studio, affinché la cultura, il sapere e la conoscenza diventino davvero dei beni pubblici i quali possano essere partecipati dalla popolazione in modo attivo.

Tuttavia occorre anche puntare in modo ampio e determinato sulla questione del lavoro e dell’occupazione, in quanto essi sono associati ad un valore elevato del benessere soggettivo. Le persone che lavorano dichiarano di stare meglio delle persone che sono prive di lavoro e pertanto è necessario incrementare la partecipazione al lavoro della popolazione per incrementare il valore del benessere soggettivo. Inoltre il lavoro di per sé è insufficiente è anche assolutamente necessario incrementare la qualità del lavoro, la quale è associata ad un valore elevato del benessere soggettivo.

Ancora il policy maker deve essere attento nei confronti delle questioni che riguardano le relazioni sociali e le relazioni politico-istituzionali, in quanto attraverso di esse è possibile procedere alla crescita del benessere percepito dalla popolazione. Il benessere percepito dalla popolazione diviene allora uno strumento necessario per modellare anche delle forme nuove di attivismo civico, sociale e politico.

Con riferimento alla sicurezza è necessario che il policy maker operi attraverso un insieme di strumenti che siano in grado di combattere innanzitutto le questioni di emergenza come possono essere caratterizzate dalle zone dove sono presenti molti omicidi. Ovvero la politica della sicurezza orientata ad incrementare il benesere dei cittadini deve essere fondata sulla capacità di ridurre la violenza ed il rischio di omicidi.

Le politiche economiche ambientali e del paesaggio sono rilevanti per incrementare il grado di benessere della popolazione. E’ quindi necessario procedere alla realizzazione di una serie di parchi, di strutture valide a livello giuridico che offrano protezione sia sotto il punto di vista ambientale, sia dal punto di vista paesaggistico.

I policy makers possono agire attraverso gli strumenti indicati per procedere ad incrementare il benessere percepito dalla popolazione.

Print Friendly, PDF & Email