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LATERALIZZAZIONE DEI SINTOMI NELLA MEDICINA DELLE EMOZIONI

LATERALIZZAZIONE DEI SINTOMI NELLA MEDICINA DELLE EMOZIONI

Di Enrico Cembran
Proprietà letteraria riservata
 
Il paziente medio, nel rapporto terapeutico, sempre più prepotentemente chiede di essere reso partecipe della sua salute. Di qui, la sua affannosa ricerca di informazioni, magari tralasciando quella che dovrebbe essere un’importantissima risorsa, l’auotoosservazione acritica del proprio stato energetico.
È ormai acclarato che, almeno alcune delle patologie, sono ascrivibili chiaramente all’azione della mente, attraverso la disfunzione del Sistema Neurovegetativo. E questo è il fondamento cardine della Medicina Psicosomatica, della quale il dottor Franz Alexander, a cavallo tra gli anni Quaranta e Cinquanta, si fece promotore, asserendo che gli stati conflittuali mentali, attraverso la mediazione del Sistema Neurovegetativo fossero implicati nelle cause di alcune malattie definibili psicosomatiche.
A seguire, una sua allieva e collaboratrice, la dottoressa Helen Flanders Dunbar, sostenne l’esistenza di una chiara correlazione fra la struttura della personalità e le difese corporee, tale da predisporre allo sviluppo di determinate malattie.
Ma già negli anni Trenta, Wilhelm Reich, psichiatra austriaco, intuendo il ruolo della mediazione del Sistema Nervoso Autonomo nelle patologie somatiche, introdusse nella psicoanalisi l’osservazione e il lavoro analitico sul corpo fisco, quale fonte di diagnosi e trattamento del disagio psichico.
Da queste scoperte, a cavallo fra gli anni cinquanta e sessanta, Alexander Lowen, suo allievo, sviluppò l’Analisi Bioenergetica, espressione dell’omonima teoria. Secondo questa, la mente e il corpo, costituendo un’unità funzionale inscindibile, necessitano di terapie interattive.
Ai giorni d’oggi, la PsicoNeuroEndocrinoImmunologia, sostiene ancor più arditamente, che, essendo i ricettori di membrana delle cellule dei Sistemi Nervoso, Endocrino ed Immunitario, del tutto simili, possono, e di fatto lo fanno, interagire con gli stessi mediatori ematici.
Il minimo comun denominatore di questi processi è la Psiche, o meglio, la sua porzione inferiore, il Subconscio.
In parole ancor più povere, esistono una Coscienza e Subcoscienza Cellulare, in grado di interagire con le stesse emozioni che, raggiungendo la Coscienza e Subcoscienza Mentali, ne determinano i relativi sentimenti e conseguenti manifestazioni endocrine e neuropsichiche di adattamento.
Secondo questa visione, se l’individuo è triste e depresso, anche il suo corredo biologico, lo sarà.
Queste potrebbero sembrare affermazioni molto ardite, ma già nella Medicina Tradizionale Cinese (MTC), molti secoli orsono, si sosteneva la localizzazione in alcuni organi corporei delle emozioni, metaforicamente in essi rappresentate.
Nella Medicina delle Emozioni (MDE), al giorno d’oggi, si è molto più categorici… essendo l’individuo un essere multienergetico, anche il suo stato di salute e/o malattia, sarà una diretta espressione della sua capacità vibrazionale.
Sarà cioè in relazione alla sua capacità di mantenere costantemente in corretto equilibrio, la sua energia vitale, necessaria a sostenere quello analogo, fra le sue Energie Sprituali, Fisiche e Mentali.
Secondo la Tfilosofia Karmica Induista, l’essere vivente, è l’espressione della condensazione di una porzione dell’Energia Divina, di fatto asessuata, in un essere che, incarandosi, acquisisce un corpo fisico.
Questo, a sua volta, si manifesterà, in uno stato sessuato.
Tuttavia, questo essere, derivando dalla fusione della sua energia spirituale o Akashica con quelle di due energie genitoriali, per definizione, di tipo femminile e maschile, manterrà, nella sua costituzione materiale, parte dell’energia del sesso opposto.
Anche l’equilibrio fra queste due energie, naturalmente, interverrà nell’omeostasi individuale.
In molti cominciano a comprendere che, in questa sepimentazione, le energie maschile e femminile, debbano allocarsi a destra e a sinistra nell’organismo, onde bilanciarsi.
Esiste tuttavia una certa confusione nella struttura e nel significato di questa conoscenza.
La prima causa di confusione nasce dal non tenere conto di quale sia il lato dominante dell’Individuo -destrimania o mancinsimo- fattore che risulta essere decisivo, in quanto non casuale, nella sua struttura spirituale, psichica e fisica.
Un’altra causa di confusione è insita in una visione superficiale della natura olistica dell’Individuo.
Nella Medicina Tradizionale Cinese (MTC), esiste una profonda distinzione tra ciò che precede la nascita, CIELO ANTERIORE, regno del non manifesto e ciò che viene dopo, CIELO POSTERIORE, regno del manifesto (la vita dopo la nascita).
Nel Pensiero Medico Occidentale, invece, si tiene in massimo conto il processo creativo (concepimento), nella strutturazione energetica dell’Individuo.
In questa concezione, tanto la Psicomorfologia che la stessa Psicologia Moderna, collocano il rapporto con l’energia materna nel corpo fisico – in caso di destrimania- nel lato sinistro, quello con il padre, in quello destro.
Viceversa nella MTC, derivante dalla filosofia taoista.
In questa, tanto il Cielo Anteriore, che il Cielo Posteriore presentano una porzione energetica destra e una sinistra, cionondimeno, queste di fatto, sono invertite rispetto alla visione occidentale.
Ciò perché l’attenzione del pensiero Orientale si focalizza sul “qui e ora”, espresso nel vissuto attuale e reale, regno del manifesto e quindi del Cielo Posteriore, perché in Oriente, il Corpo Fisico è considerato lo strumento di espressione di quello spirituale.
Proseguendo in questo ragionamento, manifestandosi le malattie attuali nel Cielo Posteriore, secondo la MTC, non avrebbe senso concentrarsi sulla loro concezione Psicomorfologica sostenuta nel mondo Occidentale.
Nello specifico, secondo la MTC, essendo il lato destro del corpo, espressione dello Yin materno, mentre il lato sinistro lo è dello Yang paterno -nei destrimani- le patologie del lato destro, i relativi sintomi e i traumi “accidentali”, riguardano, contrariamente a quanto risaputo in nella Medicina Occidentale (MO), l’Energia Femminile, viceversa per le patologie dell’emisoma sinistro.
Notare che, in questa concezione, i traumi fisici, sono ritenuti sempre sincronici, dunque, pura espressione del volere dell’Inconscio.
Tutto ciò perché, tanto i sintomi, che i traumi fisici, sono rivelatori della risposta individuale agli accadimenti esterni.
Sempre nella MTC, ogni patologia “congenita”, ma anche tutto ciò che si manifesta nel Subconscio, nell’immaginario e quindi anche nell’attività onirica, essendo stato concepito prima della nascita, o in una realtà non manifesta, si deve situare coerentemente con il pensiero occidentale, nel Cielo Anteriore, esprimendosi in termini di “lateralizzazione occidentale”, dunque la sinistra materna o femminile, la destra paterna o maschile.
Naturalmente, in questa accezione, rientra anche il concetto di “esterno” ed “interno”, quindi, considerando anche l’interazione con gli esseri senzienti costituenti l’ecosistema di riferimento, uomo o donna.
Viceversa per gli individui mancini, con le opportune differenziazioni fra Cielo Anteriore e Posteriore.
Del resto, molti esempi dell’anatomia e fisiologia densa, ci riconducono a questo tipo di ragionamento, vedasi, la struttura del Sistema Nervoso Centrale e Periferico, vedasi il fenomeno della visione, nella quale, l’immagine della realtà percepita dall’occhio, viene trasmessa in forma invertita alla massa cerebrale che la ricostruisce, anche con l’intervento limitante della Coscienza.
Per la maggioranza dei pazienti, accettare il peso della propria piena responsabilità, nell’instaurazione e mantenimento delle proprie patologie ed acquisizione dei traumi fisici, psichici ed animici è quasi sempre, almeno all’inizio, fonte di incredulità e resistenza.
La mia unica risposta è quella di sperimentare ed osservare gli accadimenti della propria vita, con occhio neutrale ed acritico, cercando di ragionare con il Centro Energetico Cardiaco, connesso con un sapere di natura cosmica e non con la Mente Cosciente, capace di osservare solo ciò che già conosce.
Il primo passaggio nella via della (auto) guarigione, è la comprensione del messaggio profondo della malattia.
Il secondo è accettare la valenza del sintomo, quale mezzo di comunicazione spirituale.
Attraverso questo, l’Anima, implora il paziente di prendere atto che un equilibrio fondamentale si sta disgregando.
Questa comprensione auto riferita ed amorevole, molto spesso, consente al paziente di intraprendere quei cambiamenti necessari al rispristino degli equilibri necessari al suo stato di benessere.
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