Ortopedici da tutta Italia a Bari per le lezioni del prof. Graf, massimo esperto della ecografia dell’anca nei bambini
Il metodo del professore austriaco è utilizzato in tutto il mondo per la diagnosi della displasia congenita delle anche, individuarla precocemente è importante per evitare il ricorso alle protesi. L’obiettivo del corso è formare gli ortopedici e effettuare uno screening universale in Puglia.
La diagnosi precoce della displasia congenita delle anche, già nei primi mesi di vita, è fondamentale perché riconoscendo il problema e trattandolo precocemente si riduce il ricorso alle protesi in epoca giovanile. L’incidenza della displasia in Puglia è piuttosto elevata per questo è partito dall’Ortopedia e Traumatologia Pediatrica del Giovanni XXIII, uno studio epidemiologico multicentrico su tutte le neonatologie pugliesi che si avvarrà della collaborazione della Clinica Ortopedica e della Neonatologia del Policlinico.
In questo percorso di studio e approfondimento al Giovanni XXIII oggi è intervenuto il prof. Reinhard Graf, direttore emerito dell’Università Karl Franzens di Graz, che ha inventato più di trent’anni fa la metodica ecografica di diagnosi precoce di displasia congenita delle anche.
Sono arrivati ortopedici da tutto il territorio nazionale per apprendere al meglio questa metodica utilizzata a livello mondiale. “Prima del metodo Graf la diagnosi era solo clinica con la manovra di ortolani, in tal modo si perdevano tutte le forme lievi che poi nel tempo potevano evolvere in forme gravi di coxartrosi precoce”, spiega la dottoressa Daniela Dibello, direttrice del reparto di ortopedia e traumatologia pediatrica, che ha organizzato il corso con la collaborazione del dott. Maurizio De Pellegrin del San Raffaele di Milano e la direzione scientifica del dott. Antonio Colella.
“È un estremo onore avere qui con noi il prof. Graf per un corso teorico pratico che fa seguito a due corsi base in ottobre e febbraio, l’intento è quello di istruire alla metodica il maggiore numero di medici possibile per poter effettuare uno screening universale in Puglia”, conclude la dottoressa Dibello.
Redazione