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La Masseria Jesce fucina di progetti culturali ad ampio spettro

La Masseria Jesce fucina di progetti culturali ad ampio spettro

Macchina pensante , l’artista e poeta  Donato Emar Laborante

di Giovanni Mercadante

Un ricco programma di eventi primavera-estate 2018, oggi alla 8.  edizione  quello della Masseria Jesce,  racchiuso in una brochure dal titolo “Namastenn”/saluto indiano,  Mi inchino davanti a te, su cui campeggia un nudo femminile, ai cui piedi si attorcigliano dei serpenti mentre avvolgono tre steli di giglio: simboli della purezza, della castità. Opera del 1999  del pittore altamurano Domenico Ventura, molto noto negli ambienti artistici locali e internazionali  per i suoi nudi.

Gli eventi calendarizzati nel mese di luglio,  in parte già realizzati, sono in fase di allestimento con  delle  mostre. Intanto, sono  visitabili: “I fantasmi interiori” opere d Vittorio Racano a cura di Isabella Carbone; 200 piante e fiori della Murgia con schede d’identità curate a suo tempo dal compianto Michele Difonzo, grande cultore della Murgia; la mostra “Faccia da teschio”, allestita nella sala mangiatoia  a piano terra della Masseria, con immagini curate dagli ex allievi del Liceo artistico Federico II Stupor Mundi di Corato (Bari) a cura di Paolo De Santoli; la mostra “Things unseen”/Cose invisibiili a cura di Teresa Mak; e infine “Recipere”, mostra di ceramica d’Apulia degli artisti Giuseppe Di Muro, Paolo De Santoli (padre), Michelangelo De Santoli (figlio) e Giuseppe Vallarelli.

Alla mostra “Faccia da teschio” Nicoletta De Santoli (nipote di Paolo) dedica  un suo commento scritto  dopo la sua visita fatta da studentessa (oggi 22enne)  al sito  dell’uomo arcaico di Altamura. Un omaggio pregno di emozioni e di confronti, in cui la giovanissima critica d’arte pone al centro dell’attenzione il teschio  come legame con la territorialità che ci lega nello spazio e  nel tempo all’uomo di Altamura, ospite d’onore e testimone ultra-millenario del vasto altopiano murgiano, luogo dai mille tesori (orme dei dinosauri, n.d.A.) protagonista di una nuova primavera turistica, e anello di congiunzione tra passato, presente e futuro.

I teschi – Opere degli ex allievi del Liceo artistico di Corato (Bari)

Donato E. Laborante, presidente onorario di molte associazioni territoriali, partecipa con grande impegno  al progetto di Matera Capitale 2019; la masseria Jesce, di cui è geloso custode in nome e per conto del Comune di Altamura, è fucina culturale, punto d’incontro  e laboratorio di artisti di fama internazionale.

Infatti, il progetto  curato dal Teatro dei Sassi di Matera sotto la direzione artistica di Massimo Lanzetta e Luciana Paolicelli  ha in corso d’opera l’Atlante delle emozioni che rientra tra le 26 iniziative Matera 2019, in cui partecipa Serena Allaria, di Cuneo, ospite di Masseria Jesce.

Donato Emar Laborante

Mentre un artista francese originario di Toulouse (48 anni), Emanuel Michel sposato, globetrotter a tutto tondo con esperienze artistiche  in  moltissimi paesi (Egitto, Mongolia, Tanzania, Perù e molti altri ancora), ama viaggiare con i suoi tre figli. Ha all’attivo molte esposizioni: libri, grandi sculture. Introdotto alla Masseria Jesce da Serena Allaria,  ha realizzato con del  ferro vecchio recuperato da D. Laborante una scultura che lo scrivente ha potuto visionare durante la lavorazione, le cui attrezzature sono state messe a disposizione da alcuni artigiani altamurani, tra cui la saldatrice da parte del padre del noto orafo Antonio Moramarco.

L’artista francese Emanuel Michel, alla masseria Jesce

Il progetto “Atlante delle emozioni” si propone di realizzare in una modalità inedita  una mappatura emozionale, in cui saranno raccolte le memorie e i racconti degli abitanti  del luogo (indigeni), dei forestiere  e degli stranieri. Ognuno potrà raccontare emozioni vissute in modo diverso, tanto  temporali quanto spaziali.

Nell’ambito di detto progetto sono coinvolti: Stefano Faravelli di Torino, laurea in Filosofia e cultura araba,  disegnatore, acquarellista, apicultore, dipinge insetti e paesaggi nei minimi dettagli;  lo scrittore Alessandro Baricco della scuola Holden di Torino;  la coreografa-danzatrice Heike Hennig di Lipsia, e infine  lo scenografo e artigiano della luce Paolo Baroni.

Il poeta e artista altamurano, Donato E. Laborante, conduttore della Masseria Jesce è un torrente in piena di iniziative. Sembra non voler dimenticare nessuno tra tutti quelli che lo circondano e lo sostengono. Infatti, gli preme sottolineare altri progetti in corso come SUDestasi/Verso Sud,  sponsorizzato dalla Regione Puglia. Tre artisti provano a contaminarsi attraverso tre temi: l’abbandono, la cura e la ferita. L’artista Emanuele POKI di Catania, attivo in questi giorni nella Masseria, entro un mese dovrà creare qualcosa inerente l’abbandono. Infatti, allo scrivente non è stato possibile  prendere visione del suo lavoro in corso.

Tra le altre cose da segnalare è il laboratorio di API-ARI, parola inventata da Stefano Favarelli, il cui significato tende ad  una doppia interpretazione contaminata da D. Laborante in: APPIARIO, riferentesi alla grande arteria romana su cui insiste la Masseria Jesce.

E infine, un riferimento alla materana Paola Saraceno, tessitrice culturale che opera nel silenzio,  a cui il nostro artista altamurano tiene ad omaggiarla citandola in questa occasione.

L’artista Stefano Favarelli

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