Il Monastero di S. Sofia prestigioso contenitore culturale pronto per il lancio della prima rassegna internazionale
Giovanni Mercadante
Grande attesa per l’apertura del Monastero di S. Sofia. Vernissage in corso d’opera per il battesimo di questo grandioso contenitore culturale che darà prestigio e lustro alla città di Gravina in Puglia.
Una “bomba culturale” al servizio del territorio dal 14 settembre 2019.
L’antico Monastero di S. Sofia, da poco finito di restaurare sotto l’amministrazione del sindaco Alesio Valente, ospiterà la prima rassegna internazionale di: Arte-Cultura-Fotografia-Idee-Innovazione-Alimurgia.
Il programma “Le Orme – Siamo perché eravamo” – sarà spalmato in due settimane dal 14 al 29 settembre 2019. Il chiostro di S. Sofia ed altri ambienti collaterali saranno vetrine per i numerosi eventi in calendario.
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Il progetto è di Michele Cornacchia, Presidente dell’Associazione Sociale A.S.S.S. ONLUS di Altamura, il quale ha dichiarato di aver trovato nel sindaco di Gravina in Puglia, Alesio Valente e del suo Assessore Pino Laico, responsabile al Turismo, la piena disponibilità a far svolgere detta manifestazione in questo contenitore culturale che trasuda di storia ultrasecolare. Il grande complesso monastico è stato portato al suo splendore dopo diversi anni di lavori di restauro, per la cui operazione il Comune si è avvalso della competenza tecnica e storica dell’arch. Antonio Aulenti, il quale tra l’latro è autore di una dotta relazione in merito.
Da non sottovalutare che un altro storico e storiografo locale, molto apprezzato e stimato dalla comunità gravinese, si occupò di questa nobile e antica struttura. Il riferimento al prof. Fedele Raguso è doveroso, perché il suo lavoro fatto di studi e ricerche abbraccia tutto il territorio; non c’è angolo del centro storico che non sia stato oggetto di studi approfonditi da parte di questo figlio di Gravina, le cui pubblicazioni sono oggi a fruizione di giovani studenti e cultori in generale presso la Fondazione Pomarici-Santomasi, custode della storia territoriale.
Anche il giornalista e scrittore Giovanni Mercadante di Altamura si è occupato di questa struttura nella pubblicazione “Gravina Nobilissima”/Arti Grafiche Favia/2014 che presenterà durante la manifestazione insieme agli stemmari delle famiglie nobili e dei vescovi gravinesi. Un lavoro certosino e affascinante per la ricchezza di immagini a colori.
Nel programma è prevista la partecipazione di artisti italiani e stranieri.
Per l’archeologia, la dott.ssa Marisa Corrente, funzionario Sabap-Bari.
L’esterno della chiesa di S. Sofia si presenta oggi con un’altra veste. Con un “make-up” restaurativo sono state eliminate le rughe della vecchiaia secolare. Tuttavia, l’interno del luogo di culto porta un altro nome, come indica la pala dell’altare, che rappresenta S. Maria Scala Coeli, il cui simbolo si ripete su altre suppellettili adiacenti. Qui un trionfo di opere d’arte accoglie il visitatore, i cui occhi spaziano nell’unica navata catturando immagini sacre di grande fascino per gratificare lo spirito.
A sinistra dell’altare maggiore, lo splendido mausoleo in marmo custodisce il magnifico sarcofago della duchessa Angela Castriota Scanderberg prima moglie del duca di Gravina Ferdinando I Orsini, riccamente guarnito di angeli, cherubini e figure mitologiche, unitamente alle insegne araldiche di famiglia (Orsini-Scandenberg). Nel soffitto a cassettone è incastonata l’immagine della Madonna con Bambino.
Non è tutto, perché alla chiesa è attaccato il complesso di S. Sofia, la cui struttura si sviluppa su diversi livelli. L’ipogeo che si trova a oltre 10 metri di profondità, nasconde nelle sue viscere ambienti suggestivi; un dedalo di camminamenti conducenti ad ambienti diversi: trappeti per la lavorazione delle olive per l’ottenimento dell’olio con vasche di decantazione; piccole nicchie probabilmente adibite a giacigli per i lavoranti. Una cisterna d’acqua a forma di imbuto capovolto. Ambienti tutti recuperati e fruibili al grande pubblico; ma ogni vano nasconde un altro cunicolo.
Passando al piano terra, il chiostro cinquecentesco presenta al centro un pozzo per la raccolta delle acque piovane utilizzate per usi domestici.
Molti gli ambienti che si sviluppano lungo il perimetro.
Al piano superiore un’altra affascinante scoperta: affreschi del ‘700 come indica la data. Rappresentano immagini di dignitari francescani. Saloni e tante piccole stanze, ovvero celle, utilizzate dalla suore nel lontano passato.
I visitatori, accompagnati da giovani studenti-ciceroni, scopriranno l’immenso tesoro che nasconde Gravina in Puglia nelle viscere di questa antica struttura monastica.
La serata dell’inaugurazione sarà allietata da un intermezzo musicale dei musicisti Mariangela D’Agostino (violinista); Roberta Calace (flautista); Nicolaia Natale (flautista).
L’ingresso è libero.
Il Monastero di S. Sofia è destinato a diventare un punto di riferimento per le future manifestazioni.
Corrispondente Alta Murgia