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DALL’INFERNO DI DANTE A L’ILVA DI TARANTO IN SCENA AL TEATRO BARIUM DI BARI

DALL’INFERNO DI DANTE A L’ILVA DI TARANTO IN SCENA AL TEATRO BARIUM DI BARI

Il 18 dicembre alle ore 21 e il 19 dicembre alle 18,30, andrà in scena al teatro Barium di Bari lo spettacolo della compagnia teatrale a Sud del Racconto: “Dall’Inferno di Dante all’Ilva di Taranto” regia di Alfredo Vasco.

Drammaturgia di Alfredo Vasco e Mara Venuto autrice teatrale di successo che ha esordito con la prima messa in scena di The Moster, monologo finalista al Mario Fratti Award di New York, Tonino Errico alla chitarra e voce e con Nicola Accettura, Lidia Cuccovillo, Silvia Cuccovillo, Barbara De Palma, Erika Lavermicocca, Antonella Radicci.

Questo è l’anno in cui ricorre il settecentesimo anniversario della morte del Sommo poeta e scrittore Dante Alighieri  considerato il padre della lingua italiana; la sua fama è dovuta alla paternità della Commedia, divenuta celebre come Divina Commedia universalmente considerata la più grande opera scritta in lingua italiana e uno dei maggiori capolavori della letteratura mondiale.

Contestualizzarla e rendere contemporanea questa grande opera “La Divina Commedia” del sommo Poeta è la sfida che si è posto Alfredo Vasco, attore regista drammaturgo, già allievo e membro della compagnia di Giorgio Albertazzi che porterà in scena lo spettacolo con la compagnia Teatrale a Sud del racconto. Accostare l’Inferno che è la prima delle tre cantiche della Divina Commedia, corrispondente al primo dei Tre Regni dell’Oltretomba dove regna Lucifero, all’Ilva di Taranto è la risposta alla sua sfida.

Lo stabilimento dell’ex ILVA di Taranto è localizzato nel quartiere Tamburi. L’ILVA è l’acciaieria più grande d’Europa, l’inquinamento dell’aria, delle acque, del suolo in questa zona è insostenibile: ogni anno bambini, uomini e donne si ammalano e muoiono di cancro a causa dell’inquinamento e i numeri sono in costante aumento. La tragedia è che molti sono chiamati a scegliere tra il lavoro o la morte.   

Alfredo Vasco non ha dubbi è questo l’inferno.

Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate

Recitato nel rione Tamburi di Taranto.

Per me si va ne la città dolente

E sullo sfondo le terribili ciminiere dell’acciaieria. (A.VASCO)

Cerchiamo di conoscere più da vicino Alfredo Vasco attraverso la sue parole.

Alfredo Vasco ci vuole parlare della sua attività con la compagnia a Sud del racconto?

La compagnia “A Sud del racconto” è una compagnia nata dalla collaborazione fra me e L’attrice Antonella Radicci e nel titolo c’è il suo percorso. Peschiamo e attingiamo dalle nostre radici, che sono quelle del sud, e la modalità espressiva è il racconto nelle forme più varie, dal racconto classico teatrale a quello orale del racconta-storie sino a quello più contemporaneo delle videoproiezioni, non tralasciando mai la musica.

Lei reciterà in video alcuni canti dell’Inferno:

Come le ha messe in relazione al tema dell’Ilva?

Intanto volevo dare un senso all’operazione su Dante Alighieri e sull’Inferno. Dante è stato affrontato in mille modi i dai più variegati, originali e interessanti possibili, soprattutto quest’anno in occasione dei 700 anni della sua morte. Io ho da sempre sentito il desiderio di raccontare di Dante, poiché occupandomi di teatro queste figure enormi destano indubbiamente curiosità, ma non trovavo il contesto o la modalità per poterlo fare. Quando mi recai in Albania per un festival di poesia, si accese in me una luce che mi ha chiarito il percorso. Con una mia compagna di viaggio di Taranto, Mara Venuto, in questa occasione il discorso si è spostato sulle terribili conseguenze che i cittadini di Taranto hanno dovuto subire a causa di questo mostro che è l’Ilva ed è allora che ho compreso: Dante ha raccontato il suo inferno, attraverso i personaggi del suo tempo e io dovevo relazionarlo al nostro Inferno, all’Inferno del nostro territorio e del nostro tempo. Alcuni canti si prestavano totalmente alla trasposizione: è facile recitare “lasciate ogni speranza o voi che entrate” difronte a una stradina del rione Tamburi, oppure “ILVA, ILVA, vituperio delle genti” se sullo sfondo c’è la grande acciaieria. All’interno del lavoro, c’è questa correlazione fra le figure topiche dell’inferno, le location che l’inferno lo attualizzano e le testimonianze di oggi.

Ci sono donne che raccontano

Quattro storie vere. E un fatto di cronaca. Testimonianze drammatiche, testimonianze vere, frutto di interviste con le protagoniste del dolore.

Per raccontare il mostro che divora le vite.

Per raccontare le vite divorate dal mostro

Per raccontare “Il nostro inferno!” (Alfredo Vasco)

Un spettacolo emotivamente molto forte, drammatico nel raccontare l’inferno che questa gente deve affrontare ogni giorno in quel rione di Taranto. Quindi il suo si può considerare un “teatro sociale”, un teatro di denuncia un teatro che tende a scuotere la coscienze e invita a non girare la testa dall’altra parte?

Queste classificazioni mi lasciano sempre un po’ perplesso. Il teatro tutto, quello che io cerco di praticare, è un teatro che si basa sulle emozioni: emozioni da provare ed emozioni da regalare al pubblico e quando ci sono le emozioni è come se ci fosse sempre una lente di ingrandimento sulle grandi tematiche di qualsiasi tempo. Otello che uccide Desdemona, è teatro sociale con la sua tematica sulla violenza sulle donne? Non vuole esserlo, ma lo è a prescindere. Io che parlo dell’Ilva e delle morti tremende che ha generato, faccio teatro sociale? Non è nelle mie intenzioni, io sono una lente di ingrandimento come il teatro deve essere, ma poi la ricaduta nel sociale è assolutamente consequenziale

Nello spettacolo si alterneranno alla recitazione: canzoni, musiche dal vivo, videoproiezioni.

Uno spettacolo che fa della multimedialità espressiva la sua cifra narrativa. Emozione. Denuncia. Rabbia. Dolore. Ed il teatro diventa consapevolezza, partecipazione, commozione. (A. Vasco)

Nei suoi spettacoli usa come ha già detto, filmati musiche e recitazioni, è un modo nuovo e innovativo di fare teatro, chi o cosa lo ispira?

Non pretendo di essere né nuovo né innovativo, è un modo che adesso mi affascina di fare teatro: quello della multimedialità espressiva. Sono affascinato dal fatto che esistano diversi modi di raccontare una storia: video, musica e teatro che sicuramente hanno un impatto maggiore sull’attenzione del pubblico. Credo che rendano lo spettacolo più accattivante e in più sono arti che mi affascinano e che in questo momento in particolare mi piace poter esplorare. Probabilmente tra due mesi o due anni il mio interesse sarà mutato ma per ora questo è il mio modo di fare teatro.

Ringraziamo Alfredo Vasco per la sua disponibilità e gli auguriamo buon lavoro e in bocca al lupo per lo spettacolo.

Qui il link dell’evento https://www.facebook.com/events/3065307940456474

Maria Francesca C.

 

 

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