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4 donne stregano il pubblico con un evento di alta cultura

4 donne stregano il pubblico con un evento di alta cultura

Organizzato nel  borgo antico di Gravina in Puglia  dalla Presidente prof.ssa Marisa D’Agostino Amici della Fondazione Pomarici-Santomasi

Giovanni Mercadante

Incontro di alta cultura in uno spazio intimo  nel Rione Casalvecchio.

Il claustro della cavea di Sant’Andrea (o S. Marco) a ridosso del bastione dell’antica muraglia di Gravina in Puglia, è stata una location di grande suggestione per accogliere un folto pubblico  ad un evento di alta cultura promosso e organizzato dalla prof.ssa Marisa D’Agostino, presidente dell’Associazione Amici della Fondazione Pomarici-Santomasi, in collaborazione con altre tre donne speciali: Stefania Carulli, Francesca Esposto e Marialucia Lorusso.

La chiesa rupestre del XII secolo scavata nel banco tufaceo, luogo mistico dei benedettini legato alla vita eremitica di S. Guglielmo da Vercelli, è stata portata all’attenzione dei visitatori che hanno apprezzato l’iniziativa.

Tutto il claustro situato nel rione Casalnuovo è stato recentemente restaurato portando in luce  un pezzettino dell’immenso patrimonio storico-artistico nascosto di quello che fu il Ducato dei Principi Orsini   di Gravina in Puglia.  Attigua ad un’abitazione, una porticina, conducente sugli spalti della muraglia che sovrasta la gravina, offre uno spettacolo mozzafiato sul sottostante ponte viadotto, sulla collina di Madonna della Stella e andando oltre, la vista  abbraccia l’antico  sito archeologico di Botromagno.

Chiesa rupestre di Sant’Andrea (o S. Marco)

L’evento, come anticipato DA Marisa D’Agostino, rientra in quel programma di contatto con la gente per proporre pillole di alta cultura, abbinando i claustri a luoghi della memoria, di aggregazione sociale insieme all’arte, da cui la “parola” come linguaggio di comunicazione. Sì, diciamo bene: la parola, che è stato l’argomento principe su cui è stato incentrato l’eccezionale incontro culturale parlando  del  grande linguista e saggista francese Roland Barthes,  tra le cui  opere letterarie primeggia:  Frammenti di un discorso amoroso. Ovvero riflessioni sull’amore, sulle espressioni degli innamorati, sullo stereotipo delle parole impiegate nei rapporti di coppia; insomma quei “topos” che normalmente fanno uso gli innamorati nelle relazioni sentimentali che nel contesto della serata sono stati magistralmente rievocati dalle splendide attrici-lettrici: Stefania Carulli e Francesca Esposto.

Autrici a loro volta  che narrano “Vivere le relazioni. Riflessioni sulle competenze amorose e sociali”.

Le pillole linguistiche, come detto innanzi, sono state sviscerate dalla psicoterapeuta Marialucia Lorusso, rendendole fruibili attraverso la sua dotta competenza professionale, prendendo lo spunto dalle numerose parole enunciate durante le battute mutuate dall’opera letteraria, contestualmente  chiamando in causa Freud  fondatore  della psicoanalisi.

L’amore, racchiude in sé il senso dell’ipnosi, del colpo di fulmine, dell’estremo atto del suicidio nella relazione non corrisposta; l’ammalio, inteso ancora come ipnosi;  gaudio, possesso di un bene; letizia, godimento di un bene. Insomma tutto sul senso dell’amore da cui si possono estrapolare significanti e significati; la civetteria, la follia e tanto altro ancora. Questo il tema della “parola”, da cui  l’autore Roland Barthes prende in prestito gli studi fatti dal padre della linguistica Ferdinand De Saussure.

 

M.L. Lorusso è andata oltre spiegando anche  la razionalità dell’innamoramento che a volte sconfina nell’irrazionalità; ed ecco che tira in ballo  gli autori classici  come Socrate che  parla di  attacchi di “atopia”, oggi tradotta dagli specialisti come forma di epilessia, delirio, follia.

La Lorusso ha fatto un paragone dell’innamoramento ad una forma ancora più moderna: alla tossicodipendenza; la dipendenza dall’affetto con l’amato/amata. E non poteva sfuggire il pensiero al mitico “androgeno”, uomo palla fatto di 2 teste, 4 braccia e 4 gambe, essere immortale, da cui il dio greco Zeus decise per la suddivisione del corpo in due parti. Anche “smarginare” è un significato della contraddizione, quando la comunicazione porta all’implosione delle parole che si ripetono, ma nel contempo il glossario degli innamorati si arricchisce di nuovi significati semantici; “l’olofrase” è per esempio il contenuto di  un’intera frase che racchiude tutta una catena di significanti. Tutto  ciò che  nutre l’amore è il desiderio; ed è  l’unico motore che mantiene in vita questo sentimento.

Insomma quattro donne hanno tenuto incollate alle sedie il pubblico affascinato dalla loro solida  preparazione culturale.

 

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