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ShareDiversi sequestri e verbali di violazioni amministrative sono stati effettuati in questi giorni dalla Polizia Locale di Turi, unitamente agli uomini del Comando Stazione dei Carabinieri, all’indomani dell’emissione dell’ordinanza antibivacco emanata dal Sindaco. Grazie anche alle segnalazioni continue dei cittadini – spiega il Comandante della […]
TuriSharea cura di Maria Pia Iurlaro
Words . Le intervisteShareSalonicco, 12 febbraio 2022 – “La mostra sta garantendo visibilità internazionale alla Sardegna, ai suoi musei, ai suoi beni archeologici, presentandola come un punto di riferimento culturale nel Mediterraneo. Una concreta testimonianza dell’immenso patrimonio archeologico dell’Isola, in vetrina all’interno di alcuni tra i musei più importanti […]
I misteri dell'archeologia News RegioniShareCastellaneta – Dalla occasionale scoperta del ritratto di un frate celebrato sotto i portici del convento di Santa Maria Novella di Firenze ha avuto inizio la ricerca di documenti, più o meno coevi, sull’antico vescovo Benedetto Ardinghelli che fu frate domenicano a Firenze e vescovo […]
I misteri dell'archeologiaShareLa Laminetta aurea di Hipponion è ritornata, dopo essere stata esposta alla prestigiosa rassegna L’immagine invisibile, al Museo Archeologico Nazionale “Vito Capialbi” di Vibo Valentia nella sua affascinante sede: il Castello Normanno Svevo. Il Museo Archeologico Nazionale “Vito Capialbi” di Vibo Valentia, diretto da Adele […]
Calabria I misteri dell'archeologiaShareDi “Ciccillo” (Uomo di Altamura) e delle ricerche relative al progetto “Karst” sui resti scheletrici del Neanderthal più antico e meglio conservato del Pianeta, non si hanno più notizie dal giorno di questo servizio (04.04.2018). Come la nuova Amministrazione comunale intenderà proseguire? Francesco Fiore, vicepresidente Ass. […]
I misteri dell'archeologiaSharedi Maria Cristina Durante Chi erano le streghe?In un famoso quadro di Francisco Goya intitolato Linda maestra, ci troviamo davanti allo stereotipo della strega: due figure femminili, una giovane ed una anziana, entrambe nude, volano a cavallo di una scopa, verso il sabba o di […]
Culturadi Maria Cristina Durante
Chi erano le streghe?In un famoso quadro di Francisco Goya intitolato Linda maestra, ci troviamo davanti allo stereotipo della strega: due figure femminili, una giovane ed una anziana, entrambe nude, volano a cavallo di una scopa, verso il sabba o di ritorno da esso.
Una pregnante descrizione della strega lo troviamo anche in Storia notturna dello storico torinese Carlo Ginzburg. Streghe e stregoni si radunavano di notte, generalmente in luoghi solitari, nei campi e sui monti. Talvolta arrivavano volando, dopo essersi spalmati il corpo di unguenti, a cavallo di bastoni o di manici di scopa; talvolta invece in groppa ad animali, o trasformati in animali essi stessi. Coloro che venivano ai raduni per la prima volta dovevano rinunciare alla fede cristiana, profanare i sacramenti e prestare omaggio al diavolo, presente in forma umana oppure (più spesso) in forma animale o semi-animale. Seguivano banchetti, danza, orge sessuali. Prima di tornare alle proprie case streghe e stregoni ricevevano unguenti malefici, confezionati con grasso di bambino e altri ingredienti.
Lo stereotipo della strega secondo l’antropologo britannico Norman Cohn era generalmente una donna, ma talvolta un uomo o perfino un bambino legato al demonio da un patto o un contratto in qualità di suo servitore o di suo assistente. Cohn aggiunge un dettaglio non secondario all’immagine della strega: solo i cristiani potevano aderire alla setta stregonesca! Così scrive: (…) Le streghe rappresentavano un capovolgimento, sotto ogni aspetto, della cristianità, un’ inversione che poteva essere realizzata soltanto da ex-cristiani. Ecco perché, ripercorrendo la storia, i non -cristiani, quali gli ebrei e gli zingari, sebbene accusati, incolpati di maleficium, non furono mai accusati di essere streghe o stregoni nel senso pieno del termine.
Ma come nasce l’idea di strega, osserviamo le ragioni profonde ed i tempi, partendo dall’ epoca romana e medievale. Già in epoca romana si favoleggiava sulla strix, creatura volante notturna che si cibava di carni( soprattutto umane). Orazio, negli Epòdi, parlava della strige e di alcune proprietà magiche: le sue piume erano utilizzate per pozioni amorose per chi non corrispondeva l’amore di un uomo o di una donna. Seneca, asseriva che nel Tartaro, “risuonava il triste presagio dell’infausta strige”. Ovidio descriveva le strigi come esseri con grande capo, occhi sporgenti, becchi adunchi, penne grigie, artigli uncinati, che volavano di notte, attaccando i bambini privi di protezione, distruggendo i corpicini rapiti dalle loro culle; laceravano le viscere dei lattanti con i loro becchi e si riempivano la gola del sangue bevuto. Il poeta non sa se erano nate uccelli o erano donne anziane trasformate in volatili sozzi tramite magia nera. Esisteva anche una credenza popolare riguardante “donne volanti”. Per quanto riguarda la magia, essa era ampiamente praticata nelle strutture statali, la sua pratica era premiata o punita a seconda che fosse a fin di bene o a fin di male. Ciò non toglieva che la società romana, fin dai tempi delle Dodici Tavole, fosse profondamente anti -magica. La magia infatti veniva “sentita”, avvertita come qualcosa di straniero. I maghi erano “barbari”, caldei, etc. Comunque, erano sempre “altri” individui, non cittadini di Roma. Questo atteggiamento venne poi a consolidarsi mediante la nascente religione cristiana e poi cattolica che, in quanto religione universale, non poteva ammettere culti diversi. Cardini cita due esempi dal Nuovo Testamento, entrambi nelle lettere di Paolo. Nella I Lettera ai Corinzi e nella Lettera ai Romani, Paolo demolisce la ragione prima della pratica magica, che è sempre una qualche forma di invidia nei confronti di qualcosa o di qualcuno. Esalta, in sua vece, l’agape, l’amore fraterno, da praticare anche e soprattutto nei confronti dei propri nemici.
La leggenda della strige sopravvisse nel Medioevo , come viene riportato nella Etimologia di Isidoro da Siviglia.
Inoltre , una legge francese attribuita ad un antenato o probabilmente allo stesso re Clodoveo I ( secondo sovrano della dinastia dei Merovingi del regno dei Franchi Sali) 511 d.c., prescriveva che se una strige fosse stata colta sul fatto, cioè a divorare un essere umano ,sarebbe stata condannata a pagare 8.000 denari ed ad essere rinchiusa in una gabbia.
Carlo Magno, re cristiano, “condannò a morte” , nei suoi capitolari, i Sassoni che avevano bruciato, per decenni, alcune donne accusate di essere diventate strigi, questo perchè il re non credeva agli spiriti malefici. ( continua)
ShareSi è svolto il 10 dicembre scorso il corso di guida sicura presso l’autoddromno Vallelunga di Roma. L’organizzatore di questo evento è stata la scuola guida Redavid in collaborazione con ACI. Vi hanno partecipato neo patentati di vari paesi tra cui alcuni turesi che in […]
EventiSi è svolto il 10 dicembre scorso il corso di guida sicura presso l’autoddromno Vallelunga di Roma. L’organizzatore di questo evento è
stata la scuola guida Redavid in collaborazione con ACI. Vi hanno partecipato neo patentati di vari paesi tra cui alcuni turesi che in
sede hanno conseguito il primo livello della certificazione “Guida sicura”.
Un’iniziativa utile per i ragazzi finalizzata alla sensibilizzazione di guida.
ShareMaria Pia Iurlaro Avvocato penalista e Presidente di Nuova Democrazia Cristiana Europea In merito al Referendum Costituzionale del 4 dicembre abbiamo intervistato il prof.avv. Filiberto Palumbo , avvocato penalista e presidente di Nuova Democrazia Cristiana Europea. Ndce e il referendum , qual è la posizione […]
PoliticaMaria Pia Iurlaro
Avvocato penalista e Presidente di Nuova Democrazia Cristiana Europea
In merito al Referendum Costituzionale del 4 dicembre abbiamo intervistato il prof.avv. Filiberto Palumbo , avvocato penalista e
presidente di Nuova Democrazia Cristiana Europea.
Ndce e il referendum , qual è la posizione di questa nuova realtà politica?
La nuova formazione politica da me rappresentata non prende posizione in ordine al referendum confermativo del 4 dicembre.
Abbiamo democraticamente preferito contribuire all’informazione dei cittadini, lasciando loro la piena libertà di esprimere nelle urne
una scelta consapevole.
Quali possibili soluzioni sono prevedibili?
Se vincerà il “si” forse avremo un parlamento più veloce nel legiferare, ma anche più esposto al rischio di sbagliare. Il senato esprime un
notevole contributo di garanzia nella formazione della legge. Se vince il “no”, avremo comunque discusso costruttivamente di temi di
assoluta importanza; avremo anche messo a nudo i limiti che la nostra Costituzione oggi incontra per via dei notevoli cambiamenti
sociali che hanno interessato la nazione; avremo anche raggiunto il non trascurabile obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica su
temi che impongono opportune riessioni. In tal caso, la nostra Costituzione, come pensata nel 48, continuerà a essere la nostra guida,
utilizzando la quale, l’Italia ha raggiunto notevoli obiettivi in Europa e nel mondo, assicurando il rispetto delle libertà e la tutela delle
garanzie.
Lei, da avvocato penalista, cosa pensa della materia sottoposta al referendum?
Penso che la Costituzione non debba costituire un “patto” immodicabile. Lo stesso art.138 prevede le modalità di revisione
costituzionale. Per come è fatta, quella norma prevede che, per modicare la Costituzione, bisogna poter contare sul voto di una
maggioranza qualicata; altrimenti l’ultima parola spetta al popolo, che si esprime appunto attraverso il referendum c.d. confermativo.
Si, ogni riforma costituzionale deve essere il più possibile condivisa, proprio perché la Costituzione deve poter continuare ad essere la
guida per tutti i cittadini; e ciò indipendentemente dalla loro condizione sociale e delle loro convinzioni politiche. Penso che anche
alcune modiche, per quanto non siano espressione di una maggioranza politica, qualicata nei termini numerici voluti dall’art.138,
siano opportune e del tutto legittime. La riforma del titolo V della Costituzione , ad esempio, mi sembra auspicabile. La previsione di
competenze concorrenti tra Stato e Regioni ha sempre creato problemi. L’ eliminazione della possibilità di legiferare nella stessa
materia mi sembra coerente con il sistema: sarebbe più corretto distinguere tra competenze esclusive dello Stato e competenze
esclusive delle regioni.
Altrettanto non posso dire con riferimento alla trasformazione del Senato. Non risolve, infatti, il problema della velocizzazione del
sistema legislativo; non elimina i costi dell’istituzione; li limita, ma solo in minima parte. A questo insignicante vantaggio, si
contrappone il danno, costituito dall’allontanamento ulteriore del cittadino dalle istituzioni; ciò dal momento che esso viene privato
della sua originaria prerogativa di concorrere all’elezione dei senatori, laddove, secondo la vigente Costituzione, i membri del
Parlamento devono essere eletti dal Popolo e non dai consigli regionali.
E da politico cosa pensa?
Da avvocato, occasionalmente prestato alla politica, penso che la pluralità dei quesiti, contenuti in una stessa domanda, nisca per
limitare la libertà di voto . Che possibilità mi è data di votare se sono favorevole alla modica del titolo V e contrario alla
trasformazione del Senato?
Nessuna. Ed allora ragionevolezza mi impone di optare per la soluzione del “no”, nella convinzione che ci sarà tempo per modicare il
titolo V.