VIDEOINTERVISTA A PIERFRANCO BRUNI IN OMAGGIO A CALIFANO PER il 4° ANNIVERSARIO DALLA SUA SCOMPARSA

di Daniela Rubino│Redattrice culturale

La canzone d’autore che ha portato nella seconda metà del Novecento al formarsi di diverse scuole cantautorali è parte integrante di uno studio nell’ambito del “Progetto Lingue ed Etnie del MIBACT”, a cura del Prof. Pierfranco Bruni, il quale considera questa categoria di artisti per le loro caratteristiche poetiche.

Pierfranco Bruni, Presidente del Centro Studi e Ricerche “F. Grisi” , in una mia videointervista   focalizza sullo studio del poeta e cantautore Franco Califano all’interno delle ricerche comparate avviate da quindici anni dal centro sulla poesia e sulla musica, come linguaggio popolare.

Lo studio su  Califano condotto dal C.S.R. “F. Grisi” è importante perché il poeta “ha recuperato la lingua romana all’interno della lingua ufficiale italiana“ed è possibile attraverso la lettura dei suoi testi, riscoprire le periferie di Roma ed in modo particolare “il senso dell’abitare in una città e dentro le città“, sostiene Bruni. Questo importante studio  ha una forma etnica/koinè  che ha il senso sia antropologico, che etnico e letterario.

Il titolo apodìttico del libro di Pierfranco Bruni dedicato a Franco Califano “Franco Califano – Sulla punta della matita non sono passati secoli” è composto da due versi tratti da due canzoni del cantautore: “L’amore è fragile” e “L’Impossibile Fino Alla Fine”. I versi sono rispettivamente: «non son passati mica secoli» e «un’effusione ambigua, maledetta…/e così perversamente tenera/da puntellarmi il cuore come una matita…». “La casa editrice“, afferma Bruni, “ha eliminato dal primo verso il termine ‘mica’ poiché appartiene al linguaggio parlato e risulta cacofonico, e sulla punta di una matita si scrivono i sentimenti, o meglio le parole che provengono da questi ultimi“.

Califano, definito da Bruni il ‘poeta saltimbanco’, affronta i temi letterari novecenteschi ed europei della noia e del tempo, cari anche al poeta maledetto Baudelaire, in ‘un incrocio con le culture mediterranee’.

In una mia precedente intervista datata 25 Settembre 2016 Pierfranco Bruni ha affermato che “Intrecciare letteratura e testo di cantautori è un modello di ricerca che pone alla  attenzione i vari linguaggi tra parola e musica.  In questo studio che ho realizzato ho posto l’accento proprio su una metodologia che è quella della lingua come elemento metodologico di un processo sia artistico che comunicativo. Il lavoro è parte integrante del Progetto Lingue ed Etnie del MIBACT. Certo,  confrontare la lingua di D’Annunzio con quella di De André o di Califano è un dato importante in una civiltà della parola con costante transazione, ma credo che bisogna entrare nei metodi della comparazione con molta competenza. C’è chi ancora sostiene che alcuni testi di canzone d’autore non sono poesia.  Non è  così. Io direi piuttosto quanta poesia oggi non è poesia? Con una metodologia della comprensione e del confronto occorre dare un senso alla parola, quindi ai linguaggi comparati. Questo è un approccio significativo. Nella parola la musica si lascia ascoltare. Ci sono anche cantanti che hanno fatto della voce una poesia come Mia Martini e Giuni Russo”.

Le “Cartelle” di Pierfranco Bruni, formano un mosaico, un insieme  composto da frammenti della canzone d’autore. Gli autori su cui Bruni afferma di aver lavorato sono quelli che vivono nell’immaginario e che bisogna contestualizzare. E soprattutto si è soffermato su Fabrizio De André, Luigi Tenco, Francesco Califano, Giuni Russo,  Sergio Endrigo ed altri ancora, spaziando da Bruno Lauzi a Giacomo Leopardi. ‘Penetrare la parola’: questo è il suo interesse. Il metodo che ha adottato è storicistico.

Bruni ha conosciuto personalmente Califano e lo ha frequentato negli anni 76 – 77 durante il periodo suo universitario, in zona Casal Bertone, quartiere Tiburtino, presso la casa dello studente.

Califano è un artista poliedrico, originale ed innovativo, che si colloca in uno scenario contemporaneo musicale italiano che spazia dagli anni ’50 fino agli anni ’60-’90. Il Califano: il Califfo/Poeta/Paroliere, ha scritto molti testi, anche in collaborazione, per noti artisti come Mia Martini, Ornella Vanoni, Peppino di Capri, Gabriella Ferri, Renato Zero – per citarne alcuni-, ed i suoi testi, conosciuti anche a livello internazionale, hanno attraverso la Hit Parade in Italia.

Le sue canzoni, inserite in un contesto storico-culturale-sociale-artistico della musica leggera italiana contemporanea, hanno determinato una ampia parabola ascendente della ‘musica autoriale’, per i temi trattati ed il linguaggio utilizzato: dialetto, cultura locale ed etnicità, sono le peculiarità molti testi di Califano. Alcune delle sue canzoni scritte nella lingua dialettale romanesca popolare, colloquiale e a volte licenziosa, dalla vena poetica lirica alta – pur ironica-sarcastica-ridanciana-, possono essere inserite di diritto nella Storia della Letteratura Italiana dal Cinquecento al Novecento e al Duemila .  Ricordiamo l’opera il “Cortegiano” di Baldassarre Castiglione, dove l’autore alterna registri diversi di scrittura, dai toni aulici e a volte scurrili.

In altri testi Califano tratta il tema di Roma-città eterna, ed è per questo definito da Bruni: ‘il cantore di questa città’. Un esempio è la canzone “La nevicata del 56”, dove il cantautore descrive Roma come una città invernale: «Ti ricordi una volta/Si sentiva soltanto il rumore del fiume la sera/[…]/ Roma era tutta candida». Questa canzone, scritta in collaborazione con Carla Vistarini, Massimo Cantini e Luigi Lopez, è stata cantata da Mia Martini al Festival di Sanremo del 1996 aggiudicandosi il Premio della Critica.

Analogie tra gli elementi tematici di Roma dei testi di Califano, si ritrovano in alcuni componimenti poetici scritti durante il soggiorno romano di Luigi Pirandello all’età di ventidue anni, prima di trasferirsi a Bonn, ed inseriti nella sua raccolta di poesie “Mal giocondo”,  dove l’autore siciliano descrive la folla, tema peculiare, quest’ultimo, di tanta letteratura del Novecento. Pierfranco Bruni ha dedicato un saggio a Pirandello per i suoi 150 anni dalla nascita, dal titolo “Luigi Pirandello. Il tragico e la follia”.

Quest’anno, il 2017, ricorre il quarto  anno dalla morte di Francesco Califano (detto Franco o Califfo o il Maestro – Tripoli, 14 settembre 1938 – Roma, 30 marzo 2013).

Sabato 1 aprile si terrà ad Ardea la commemorazione di Franco Califano. Il Prof. Bruni terrà la prima “lectio magistralis” dedicata al cantautore romano. Bruni, già autore di opere dedicate all’approfondimento di nomi illustri della letteratura e artisti quali De andrè, Battiato, Luigi Tenco, renderà omaggio al cantautore romano tracciandone un profilo originale nel libro “sulla punta di una matita non sono passati secoli“.

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VIDEOINTERVISTA di Daniela Rubino a Pierfranco Bruni: “Omaggio a Franco Califano”

 

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